lunedì 13 luglio 2015

7^ tappa: Castro/ Fonsagrada: 25 km


Ci sono delle parole che il pellegrino spagnolo sulla via di Santiago impara subito: tortilla, cerveza, mochilla, descanso, ampollas e...Compeed. 
Con 160 km sulle gambe si iniziano a vedere i primi segni: gente che zoppica, betadine ai piedi, fasciature, Voltaren, ginocchiere, vesciche. Sì le temutissime vesciche! Ma c'è una parola che non va mai pronunciata: tendinite. Con le vesciche si può camminare, male, ma si curano in 72 ore. Con la tendinite si deve interrompere il cammino e tornare a casa.
 

Si parte insieme, come i guerrieri alla ricerca di chissà cosa...poi mano a mano ci distacchiamo. Ognuno prende il proprio passo. 


La nebbia è ancora amica. Ovatta tutto, il senso di silenzio si amplifica, ma oggi ci lascia presto, già alle 9 piano piano si dirada per accendere nuovamente i colori della Natura! 



Le tappe, determinate dai pochi centri abitati, dai pochi servizi, sicuramente più corte del francese perché più impervie, sono fisse quasi per tutti, anche per i camminatori più incalliti. 
Tutto ciò facilita l'incontro nei pochi ostelli dei pellegrini. Ormai ci conosciamo tutti.
La socializzazione è ancora più facilitata anche con chi parla le lingue più assurde. 


Il bosco è così maestoso che viene voglia di rimanerci dentro! 


La prima parte della giornata si svolge in un paesaggio ancora tipicamente asturiano: profonde vallate coperte di boschi, pascoli che si estendono a perdita d'occhio. 


La salita ai 1.100 m dell'Alto El Acebo non è aspra come quelle dei giorni precedenti e l'istinto spinge a voltarmi per l'ultimo sguardo verso la splendida regione che mi lascio alle spalle. 


Ho girato abbastanza la Spagna e le Asturie sono la regione che più mi è piaciuta. 


Mi fermo a guardare lo spettacolo, mi emoziono dalla bellezza e da come mi sento guardando ciò che ho ai miei piedi. 
Il paradiso è questo! 



...mentre il vento gioca con le pale eoliche. 



Questo il confine ufficiale fra le due regioni. 
Finalmente vedo in lontananza un bar, il tempo sembra essersi fermato a vent'anni fa, il gestore invece burberamente mi versa da bere. 
Qui incontro uno nuovo, un personaggio molto atletico, non più giovanissimo, un veterano del Cammino. È andaluso, maratoneta. Subito ci intendiamo parlando lingue diverse. 


Questo il suo tatoo al polpaccio ipertonico: "Il dolore è temporaneo, la gloria è per sempre". 


Riprendo a camminare, questi personaggi mi caricano e cerco di stargli dietro...


L'ultima salita mi porta diretta a Fonsagrada, il comune più alto della Galizia. 


Stemma templare nella chiesa...non ricordo il nome. 


Scrivo questo diario con IPhone, il pomeriggio, durante il riposo. Spesso mi addormento e non ho quasi mai il tempo di rileggere ciò che ho scritto. Sicuramente ci sono errori, ripetizioni in ciò che scrivo, lo lascerò così perché più autentico. 


Ci siamo quasi, l'ostello è quasi mio! 


Il vero premio questa volta è un ostello nuovissimo, super tecnologico, pulito, servitissimo a 10€. Non sembra vero! 


Felicissime facciamo la lavatrice e stendiamo i panni come gli scout! 






Rosy di Napoli sfoggia la tipica abbronzatura da peregrina! 












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