sabato 11 luglio 2015

5^ tappa: Campiello/Berducedo 28 km


Tappa top! La più bella di tutte. 

Ieri sera abbiamo studiato per bene la tappa di oggi perché potrebbe essere pericolosa visto che si svolge per zone disabitate, esposte e soggette a rapidi mutamenti climatici. La ruta de los Hospitales va affrontata con cautela e pianificata con buon senso. 
In caso di pioggia o nebbia, la visibilità si riduce rapidamente e diventa facile smarrirsi. Le guide consigliano di non affrontare La Ruta da soli e fare provviste d'acqua e cibo. 
'Sta cosa già mi gasa. 
Ovviamente usciamo da Campiello con la nebbia, elemento da non sottovalutare.
Prima però una grande colazione per una grande tappa.
 

Ascolto il procedere silenzioso dei miei passi, gli uccellini che si svegliano e i galli che cantano. Il freddo punge il viso e le mani. La nebbia rende tutto più intimo ed ovattato. Si è più attenti e sensibili in questa solitudine, basta una parola, un pensiero, una sensazione che si va in un loop di pensieri che si accavallano, fino alla completa liberazione. 


Camminare al mattino con questo fresco è il massimo. Le gambe vanno e vanno bene. 


Lei è Carmen, ragazza del Messico, molto solitaria. 


In uno dei pochissimi paesi che attraverso, incrocio questo camion e mi viene da ridere. 



Scrivere questo blog mi aiuta a mettere a posto i pensieri, a collocare i momenti ai luoghi. Spostarsi in continuazione crea un senso di smarrimento e le giornate si mischiano insieme alle persone incontrate e alla strada fatta. Con questo diario fisso bene tutto, altrimenti rischierei di fare una grossa frittata, cosa che non vorrei assolutamente perché ogni momento qui è prezioso. 



Il blog precedente mi è stato di grande aiuto nei momenti in cui mi sono fermata a rileggerlo, può sembrare strano ma mi ha sostenuta nei momenti di down.


Arrivo al bivio: scendo per la via bassa, più lunga ma sicura o quella alta pericolosa e rischiosa da non fare in caso di nebbia? Ovviamente prendo la via alta. 
Oggi sono particolarmente ispirata. 


Questo scheletro di certo non mi impaurisce, cullata dagli uccellini e dal vento fresco. 

Salgo sempre di più, in un piano scosceso. 


Credo di aver ereditato da mio padre questo spirito avventuroso e di sfida, quando era giovane scalava le montagne con le corde e i chiodi che abbiamo ancora in soffitta. 


Giro la testa e giù la strada è ripida, molto ripida. La foto non rende. 


Il mio orologio segna 1135 m. ma continuo a salire. Mano a mano il cielo si apre e mi delizia, mi inebria di colori. È una meraviglia! 


Il sole a 1200m. picchia è quasi insopportabile, fortuna il leggero vento. 


Frecce ovunque. 


Arrivo in largo anticipo in cima e mi fermo a chiacchierare con la guardia forestal, che parla un castellano molto veloce, gli devo dire di rallentare...
Con questa tappa ho compreso perché chiamano le Asturie, paraiso natural. 
Ai miei piedi il panorama è unico! 
Aspetto Roby e la foto è di rito! 


Salutiamo David e riprende la nostra marcia. 


Questa era la foto che stavo per fare: 


Il cammino forgia, ti spoglia, si rimane nudi e molto spesso fragili. Si entra in contatto col proprio corpo, si percepisce la propria fisicità, un po' come quando vado a correre. La mente poi amplifica ogni minimo dolore per poi ricondurlo ad una forte sopportazione e ciò aiuta a farlo proprio e a non percepirlo più. Ricordo di aver pianto molto sul francese, ma ho anche riso tanto.  


Mano a mano che cammino mi sembra di stare in paradiso. Sì, deve essere proprio così il Paradiso! 


Arriva il momento della discesa e mi accorgo di essermi ustionata un braccio. 


La bellezza di questo Cammino è che si incontrano pochissime persone, ma davvero poche. 



Ho finito la riserva d'acqua e non si vedono fonti da nessuna parte, inizio a sentire le labbra secche e tanta tanta sete. 

 

In questi casi un bar appare a Lago dopo quasi 26 km di nulla, sola bellezza e natura totale. 



Sono le 16 e ancora cammino, probabilmente è tutta questa bellezza che mi spinge. 



Arrivo nell'albergue stacolmo. Stasera ci sono quattro ragazzi di Ibiza, due di Barcellona, Italia, e...stasera fiesta! 
Non c'è linea e per avere Wi-Fi bisogna salire in cima, al bar del paese. 
Completamente isolati! 

Giornata stupenda! 



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