lunedì 20 luglio 2015

13^ tappa: Pedrouzo/ Santiago 21 km

Sono tre giorni che dormo solo qualche ora, mi sento davvero assonnata. Ci alziamo tutti ancora prima della sveglia. Siamo carichi, pronti per affrontare l'ultima tappa. 


Questo il mood prima di partire! 

Non ho scattato tante foto. 
I venti chilometri che mi separano dalla Cattedrale mi danno la forza necessaria per camminare senza addormentarmi. Faccio tutto in una dimensione poco lucida, mi avranno fatto male tutti questi chometri? No io so bene cos'è...


Inutile dire che entreremo in piazza Do Obradoiro tutti insieme, perlomeno quelli che siamo rimasti. 
Andiamo tutti allo stesso passo, o per lo meno ci aspettiamo. 
La distanza è pochissima, l'adrenalina sale, i piedi vanno. 
Abbiamo camminato almeno un'ora e mezza al buio. L'alba ci regala la luce e spegniamo le torce. 
Il countdown è amplificato dal numero dei chilometri decrescente sui mochon. Il tutto condito da una smania crescente. 


Incontriamo murales ironici, facendo riferimento alle tante polemiche riguardo i "turigrini" degli ultimi cento chilometri. 


Qui ho la stessa foto con Roger, due anni fa, il mio compagno di cammino. Mi sembra d'obbligo rifarla. 


Qui Monte Do Gozo. Monumento rievocativo per la visita di Giovanni Paolo II nel 1989, di dubbia bellezza. 
Da qui si vedono le guglie della cattedrale. L'attrazione è fortissima. Il richiamo è incredibile. 


È ufficiale, sono in città. 
Adesso devo solo inerpicarmi nelle stradine. Il cuore batte forte consapevole di avercela fatta e di essere arrivata con gli amici con cui ho condiviso questa esperienza, quelli assenti sono fortemente dentro di me. 


Ora mancano solo qualche centinaio di metri. 
La tensione sale alle stelle. Mi passano davanti tanti pensieri ad una velocità incredibile: penso a chi non ce l'ha fatta, a chi non ce la farà mai, a chi non c'è più, a chi c'è sempre stato, a chi se n'è andato e a chi è entrato nel mio cuore. 
Sento la cornamusa suonare, il segno che sono davvero vicina. Mi scendono le lacrime, l'emozione è incontenibile, la discesa aiuta la mia falcata che si interrompe proprio in piazza Do Obradoiro. 
...
Il senso di grandezza è assoluto. 
Siamo in pochi perché sono le 10:30.  
Meglio. Tutto diventa assoluto. 


Anche nel 2013 scattai questa foto, ma i miei piedi erano feriti, doloranti. 
Questi no. Hanno saputo difendersi e hanno fatto tanti passi. 
La cattedrale è imponente, anche se in restauro. 


Il senso di completezza è assoluto. 
Tutto domina ed è forte dentro di me. Mi godo questo momento, respiro e cerco di non farlo più uscire da dentro. So che ci saranno momenti brutti, e cercherò di risparmiare questa sensazione di onnipotenza per usarla proprio lì, quando ne avrò bisogno. 


La tensione si scioglie in un pianto liberatorio. Roberta c'è e c'è sempre stata, condivido questo momento con lei, compagna affidabile e forte. 


Altro momento con la mia "casetta" trasportata, spesso, con sudore sulle salite impestate, l'ho sempre avuto con me, lo zaino, ho voluto trasportare le mie difficoltà, per poi percepirle più leggere alla fine. È il mio premio. 
Uno "zaino"  più leggero. 


E mi godo ciò che impera davanti ai miei occhi. 


All'interno tutto è pronto per la messa delle 12, a tratti mi addormento e mi cade la testa. Sento tutta l'adrenina scendere, mi rilasso troppo. 
La predica del prete è meravigliosa, forse una delle poche che abbia sentito davvero nella mia vita. 

Tutto pare perfetto, il tutto si condisce con l'incenso che ci passa letteralmente sopra la testa col botafumeiro. 


I pochi chilometri non mi hanno fatto sentire la fame, quindi sono a stomaco pieno, ma se non mangio svengo. 


La sensibilità di Santi è unica, regala a tutti questo... 

Ora non rimane che ritirare il nostro attestato di pellegrini, la nostra Compostela. La fila non è lunghissima per fortuna. 


Il nonnino esamina la credenziale, mi fa i complimenti e oltre alla credenziale mi dà l'attestato coi chilometri effettuati (sudati scriverei!): totale 343!  
Nel 2013 furono circa 900 i chilometri. 
Un senso di "figaggine" mi pervade. 

Mi trascino e voglio andare a dormire, non reggo più tante emozioni insieme. 
La fortuna vuole che riusciamo a trovare posto nell'antico monastero benedettino: San Martín Pinario, un'altra giusta ricompensa. Tre giorni qui mi rimetteranno al mondo, quello comodo che avevo dimenticato. 



Essendo un ex monastero, l'arredamento è molto essenziale, mi piace tanto. 
L'idea di dormire in un letto vero con le lenzuola mi esalta! 


Questa una parte... Tra l'altro è centralissimo, proprio davanti alla cattedrale. 

Le vie di Santiago sono un brulicare di gente allegra, c'è una bella energia, stasera si festeggia! 


...e lei ci domina, immersa nella nebbia! 




Vado a dormire alle 2. 
Che giornata! 
Venti ore di seguito da ricordare, per sempre! 

 

sabato 18 luglio 2015

12^ tappa: Boente/Pedrouzo 29km


Penultima tappa. 
Ieri ho ricevuto un messaggio vocale da parte dei miei ex alunni. Mi hanno dato una carica pazzesca, non me lo aspettavo assolutamente. Probabilmente hanno letto il blog. 


Questo è il tema del momento. 
Ormai manca poco. 
Continuo a dormire pochissimo e non capisco come possa sostenere tutta la fatica, con tre ore di sonno a notte. 


I pensieri negli ultimi chilometri che separano il pellegrino da Santiago, sono incredibilmente contrastanti. Si sente che sta per finire tutto. C'è l'ebbrezza dell'arrivo e contemporaneamente la tristezza di dover lasciare tutto questo e tornare ad una vita completamente diversa. 
È incredibile come l'essere umano possa abituarsi a tutto e spesso, trovare conforto nelle abitudini! 

Arzùa, ci fermiamo per strada a fare colazione. Da dietro sento tapparmi gli occhi, tocco le mani e sento un'infinità di bracciali. È Alberto! 


Non ci saranno tante foto in questa tappa già fatta due anni fa, era la numero 31! 
La ripercorro con un sentimento nuovo, completamente diverso. Mi sento diversa, forse migliore. 


Cammino in uno stato di trance, misto tra il sonno e l'euforia. Strano da definirlo, forse è meglio che non lo faccia. Le persone incontrate fino adesso hanno lasciato un profondo impatto nella mia personalità. 
Non mangio, non bevo. 


Anche le innumerevoli persone che supero non mi danno fastidio come successe nel 2013. Ci sono, è giusto. Passo avanti. Che strillino pure. Io ho preso ciò che dovevo prendere. 
Il "turigrino" lo riconosci subito, soprattutto la donna: fresca di piega, orecchini di perle, magliettina stirata di cotone, faccia tirata, zainetto della Coop con la bottiglietta d'acqua, scarpette carucce, soprattutto pulite e il maglioncino se dovesse far freddo. 


Questa scritta compare apposta! 
È quello che sento ora. 


Il cielo sopra di me è questo e non posso temere nulla. Gli eucalipti mi fanno compagnia con le loro essenze.
Queste ultime tre tappe sembrano essere   delle passeggiate rispetto alla difficoltà delle precedenti. Il percorso è pianeggiante. 


C'è chi, come Santi, è già arrivato, chi arriverà lunedì, noi arriveremo domani. Stasera l'organizzazione della mattinata. Alberto sarà il nostro Massimo Decimo Meridio! 

Si continua a brindare...

Hierbas è il valium del peregrino! 






venerdì 17 luglio 2015

11^ tappa: Ferreira/Boente 24 km


Non dormo, o meglio, ho dormito male tre ore. Non so come è possibile. Ho l'adrenalina a palla. 
È incredibile come possa resistere il fisico. A tre tappe da Santiago lo posso scrivere, sembra che abbia fatto 20 km, non 300. Non ho mai avuto acido lattico o dolori particolari. Due o tre vescichette e basta. Ringrazierò Santiago anche per questo. 


In Italia si schiatta di caldo e io sto col pile. 
Oggi cammino con Alberto, Antonio e Roby ci segue. Sono presenze discrete, silenziose il giusto ed è ciò che voglio per questa mattina piena di sonno. 


Come si fa a fare il Cammino di Santiago, arrivare alla meta, prendere l'appartamento, cercare una macchina in affitto e tornare indietro di tre tappe per stare con gli amici incontrati per strada?  Il tutto senza passare per la cattedrale o in piazza? 
Troppo belle Cristiana&Roberta! 
Questa è la conferma che il viaggio non è arrivare, ma godersi quello che ti accade durante il percorso. 
Oggi però hanno il volo, non possono più tornare.


Eccole stanotte Cristiana&Roberta dopo averci salutato sono finalmente approdate in piazza Do Obradoiro.

Arriviamo in un luogo talmente strano che non sembra vero. Lei vive qui, è Mapi. 
Appena entriamo ci prepara subito un caffè con moka. Ci racconta e rimaniamo per un po'. 



Sembra una casa delle favole. Un posto dimenticato, ma lei è talmente accogliente che rimaniamo a chiacchierare. 

Anche questa è un'occasione per cantare...e suonare! 
L'arcobaleno è il simbolo che caratterizza Mapi e questo mochon rappresenta questo mio cammino primitivo! 


Occhi gonfi di sonno, ma felice come un arcobaleno! 

Tra qualche chilometro finirà la tranquillità del Primitivo. Tra un po' arriveremo a Melide e lì il percorso si interseca con quello francese e col marasma dei "turigrini", ovvero i pellegrini degli ultimi 100 chilometri. In pratica, da Melide ci sarà il caos, ma quest'anno so a cosa andrò incontro. 
Cerco di respirare gli ultimi attimi di calma. 

Appuntamento tutti da A'Garnacha per mangiare il piatto del luogo: il pulpo alla gallega. Lo adoro! 


Ci ritroviamo qui. Ed è subito festa! 



E pimientos de padron! 

Il tutto annaffiato da birra e tinto. 
Mi alzo e mi cedono le gambe. Dobbiamo fare altri 4 chilometri e non so in quali condizioni li faremo sotto al sole delle 14. 
Manco a farlo apposta c'è una festa in paese e...la gente balla già da quest'ora. 
Non ci ferma nessuno, ci lanciamo in mezzo alla pista, in preda agli applausi dei festanti. Io che ho sempre detestato i trenini alle feste! Ma questo è un trenino speciale... 



Presi dall'euforia ci lanciamo in questi ultimi quattro chilometri, mai state così veloci! 
Eccolo apparire, la prima indicazione per Santiago, dovrei essere felice, in realtà mi dispiace che tutto questo tra qualche giorno finirà! 


Intanto mi godo la piscina dell'ostello. 


Rosy è stata dal dottore, ha il ginocchio infiammato, le ha consigliato di non fare più di 15 chilometri al giorno, per ora spero di reincontrarle a Santiago. 
La giornata, intensa, si chiude con una leggera malinconia... 



giovedì 16 luglio 2015

10^ tappa: Lugo/ Ferreira 28 km


Ieri sera le ragazze non sapevano se fare un giorno di riposo. Rosy ha dolori al ginocchio, zoppica visibilmente e ha i piedi pieni di vesciche. 
Lugo è una città carina e può essere un ottimo motivo per fermarsi un giorno. 
Alberto, il nostro Indiana Jones da 5 km orari (è suo il polpaccio fotografato qualche giorno fa), si propone di aiutare le ragazze e di fare la tappa con loro. 



Alla fine partiamo tutti, tranne Cristiana e Roberta che hanno dovuto anticipare la partenza perché hanno il volo domani sera. La loro assenza si sente...molto. 
La giornata inizia tra canti e balli per la strada. 


Lui è Antonio, un vero personaggio. Ha una soluzione per tutto, dal suo zaino piccolissimo esce di tutto, un vero mago del divertimento. Uomo dal grande cuore. 
Procediamo allegramente... 


Ci viene da piangere dal ridere e s'improvvisano questi teatrini. Venus è ballerina di danze tradizionali e tira fuori tutta la sua classe. 


Lei mi guarda placidamente. 
Mi distacco da tutti ed inizio a muovere la mente, forse troppo velocemente. 
Le amicizie che si fanno in Cammino assumono un valore diverso. Tutto è amplificato, il senso di fratellanza, la condivisione dei dolori e l'esaltazione della gioia. Non è importante chi sei, da dove vieni, il lavoro, lo status. L'importante è che si sta andando nella stessa direzione. 


Spesso nelle relazioni non si tiene conto di questo. 
La meta o la direzione. 
Quando è la stessa tutto fila liscio e impera l'amore, l'affetto, l'amicizia. 
Quando qualcosa cambia, ci ostiniamo a non capire che si sta "violentando" l'altro. Dovremmo avere la forza di lasciarlo andare nella direzione che si sente, seguire nella propria interiorità. 
La difficoltà nei rapporti è proprio questa. 
Non credo nelle relazioni per sempre, o meglio, credo ce ne siano pochissime e fortunate. Le altre, dovremmo imparare a gestirle pensando che niente è per sempre, tenendo presente che sia giusto assecondare i percorsi interiori di ognuno di noi. 
Imparare a lasciare andare, comprendere la strada giusta, seguire la propria freccia gialla. Questa credo sia la forma di amore più alta. La stessa che una madre apprende quando sa che il figlio non è una proprietà. 


Entro in un loop di pensieri senza via di uscita. Mi confronto con Roberta e subentra il concetto di "aspettativa"...ma al momento non mi sembra il caso di raccontare e di inalberarmi.


Filosofeggiando troviamo un prato accogliente e ci rilassiamo un po', facciamo il cambio di calzini e Roby trova un contenitore per poter mettere a mollo i suoi piedi. È un modo per poter godere di questa natura. 


Intanto proseguono gli sms con Cristiana e Roberta che nel frattempo sono arrivate a Santiago. 
La fine della tappa ci vede tutti insieme di nuovo, anche Venus, Rosy e Alberto sono arrivati. 

E mentre continuano le danze e i canti, da una stradina sbucano Cristiana&Roberta! 
È una grande sorpresa per tutti. 
In pratica loro sono arrivate a Santiago in pullman, si sono sistemate in appartamento, si sono guardate e hanno cercato una macchina per tornare e stare con noi a cena. Non sono neanche andate in cattedrale! 
Questo è lo spirito del Cammino. Questa strada unisce, non so perché, ma è così! 


Ecco il gruppo riformato! 

Terminiamo in bellezza con grande cena tutti insieme. 



Ovviamente paella per tutti!!!