domenica 12 luglio 2015

6^ tappa: Berducedo/Castro 25,2km

In questi giorni sto capendo perché questo Cammino si chiama "de l'interior". Il percorso è talmente ostile a tratti che sarebbe da superficiali non programmarlo la sera prima. Due giorni fa ho perfino avuto nostalgia delle piatte mesetas! 


Da giorni faccio solo salite salite e qualche ripida discesa. 


Fortuna che ci sono i nomi dei paesi a farmi sorridere! 

La nebbia mi avvolge nella prima parte della mattina e come sempre è la benvenuta perché così è più fresco. 
La tappa inizia piacevolmente col tragitto verso la verde conca della Mesa, quindi le cose si fanno serie: prima affronto la dura salita per uscire dalla vallata poi, arrivata a Buspol, mi aspetta la discesa ininterrotta e spezzagambe, lunga quasi 7 km, superando 800m di dislivello in una volta sola. 


Il lago formato dalla vertiginosa diga sul fiume Navia, appare lontanissimo. 


Ma piano piano si scende. La natura è sovrastante, mi sento completamente immersa. 

Il lago passo dopo passo non sembra poi così lontano. 


La diga in effetti è immensa. 
Il precedente cammino, i 900 km fatti a piedi dai Pirenei a Finisterre, mi hanno dato una notevole carica ed autostima (non che ne avessi così bisogno, perché già ampiamente fornita), sono tornata che mi sentivo un leone. Niente poteva intaccarmi, poi è bastato il sopraggiungere dell'estate 2014, per capire che non ero così forte. Ed eccomi qui, 12 luglio 2015 in cima ad una montagna delle Asturie per confermare a me stessa di riuscire a farcela. 


Il lago appare un po' spettrale. Faccio pausa e faccio respirare i miei piedi impolverati. 


Merendina leggera. 


È da lontano vedo arrivare le mie amiche...troppo bello! 


Riprendiamo la salita insieme, il tempo così passa meglio tra una chiacchiera e una risata. 


E si risale dall'altra parte. 


Spesso mi si chiede: "Hai bisogno di trovare conferme in queste sfide col tuo corpo per sapere della tua forza?" 
Io in realtà cerco di confermare chi sono da dentro, staccando col mio mondo, dalle mie abitudini, dai miei agi, per confermare quanto sia fortunata anche per il solo fatto di camminare con le mie gambe. 


La pausa è stata un po' deleteria: la birra mi ha dato alla testa e il senso di leggerezza è pervasivo. Purtroppo le gambe non vogliono saperlo di ripartire, si sono freddate. Che fatica! 
Esce il sole, quindi mi devo muovere. 


La sesta ora di cammino sotto al sole risulta davvero pesante, ma so che di lì a poco arriverò. 


E intorno a me sembra la favola! 


Lo stretching mi salva, lo faccio spesso è così facendo mando via la stanchezza e l'acido lattico. 

Arrivo all'ostello, è molto molto carino. Immerso nel verde, attorno non c'è nulla, solo mucche. Silenzio e pace mi riposano immediatamente. 


Due letti a castello nella stanza: io, Roby e...due preti troppo carini! 





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